L’ultima opera a incorniciare l’area esterna è Simulacro D’infanzia di Giorgia Grassi, un aquilone sorretto da catene verrà posizionato all’esterno tra l’albero e la parete. L’aquilone è la rappresentazione della spensieratezza e leggiadria che caratterizza l’infanzia, le catene sono invece la pesantezza della vita adulta. Attraverso una luce posizionata al di sotto di questo aquilone vedremo dunque riflettersi sul muro dei colori che prendono piede a dimostrare come, nonostante la vita adulta, si può ancora vedere il mondo con occhi da bambino.
Continua poi nello spazio interno Cecilia Dieci, nel suo più recente esperimento, che è un assemblaggio di ready-made dal titolo Cut Room, la scelta di porsi in campo in prima persona non denuncia una compulsione autoreferenziale, ma punta al concepimento e alla trasmissione di un concetto universale e condivisibile. (aiutata nella realizzazione e nella descrizione dell’opera dal gallerista Carlo Gallerati).
A seguire Francesco Misiti con Tentativo n1, saranno Il tubo, la vasca, l’elica, lo specchio e la lente, i 5 elementi della macchina per la visione e lo spiegarsi di un paradosso. “ Dov’è Quand’è e Cos’è adesso”, una riflessione sul tempo presente, che infinitamente si esaurisce davanti agli occhi dello spettatore.
E muovendosi nello spazio interno reciterà un monologo Emma Piccirilli mentre Sebastiano Rolfi si esibirà cantando; si continua poi con i progetti di Giovanni Lo Castro: il primo Visual Pain 002, è il secondo capitolo della serie Hyper Visual, nasce a partire dall’archivio di Hyper Quotidiano, dove si aggiungono mappature spaziali e virtuali di spazi quotidiani e pubblici ripresi con l’utilizzo della fotogrammetria. Il secondo, in blacklight fabric, Simulacro, è una stampa realizzata su un particolare tessuto chiamato backlight, lo stesso utilizzato per stampare le pubblicità dei banner retroilluminati, l’effetto della retroilluminazione simula l’estetica e la vivacità cromatica di uno schermo.