Chi soffre di Malattia venosa cronica (MVC) agli arti inferiori può avere un rischio aumentato di sviluppare un evento cardiovascolare, questa condizione può essere quindi considerata un marker predittore di eventi cerebrocardiovascolari, come infarto e ictus. Questo è il messaggio fondamentale lanciato nell’incontro “Le gambe una finestra sul cuore”, che si è recentemente tenuto a Milano con il supporto di Servier.
Che cos’è la Malattia venosa cronica
La MVC degli arti inferiori è una condizione caratterizzata da un’alterazione del meccanismo che riporta il sangue dalla periferia verso il cuore. Questa patologia provoca un aumento di pressione nei capillari, con successiva formazione di edema, ipossia generalizzata e lattacidemia (eccessiva presenza di acido lattico nel sangue).
Si tratta di una patologia molto diffusa che, solo in Italia, colpisce circa 19 milioni di persone, con una prevalenza più alta nelle donne. Spesso la MVC viene considerata solo un problema estetico: solo una persona su tre sa di esserne affetta e segue una corretta terapia.
Un cambiamento culturale necessario
Romeo Martini, presidente della Società Italiana di Angiologia e Patologia Vascolare, spiega perché questa patologia va considerata in un altro modo:
le evidenze scientifiche emerse rimettono in discussione il pensiero convenzionale sulla separazione tra malattia venosa e arteriosa. L’osservazione delle gambe è fondamentale per diagnosticare la MVC, ma la presenza di vene varicose, edema, cambiamenti della pelle e ulcere deve essere considerata anche un potenziale campanello d’allarme di malattia cardiovascolare.”